09 aprile 2018, Aula Magna
I.I.S. Volta - Pavia
Seminario “Il futuro del
passato: patrimoni culturali da conoscere, da proteggere”
Nell’ambito del progetto Centro
di Promozione della Protezione Civile CPPC, il giorno lunedì 9 aprile
dalle ore 14.25 alle 16.15 in Aula magna “P. Zoboli” i Prof.ri Stefano
Maggi e Cesare Zizza dell’Università degli Studi di Pavia –Dipartimento di
Studi Umanistici, terranno un seminario sul tema in oggetto.
Obiettivi dell’incontro
far apprezzare e conoscere il passato (storico
e archeologico) per proteggerlo e per creare cittadini consapevoli posto in
cui vivono, che è una eredità di chi ci ha preceduto
abituare
gli studenti a un approccio consapevole con la cultura materiale antica
attraverso indagini e studi condotti con metodologie moderne e con uno sguardo
prospettico aperto sul futuro
avvicinare gli studenti ai resti materiali,
paesaggistici e letterari del passato per insegnare loro a maneggiarli con cura
e con atteggiamento protettivo
rendere consapevoli gli studenti dell'importanza
di conoscere - per proteggere – il patrimonio culturale
potenziare le capacità e le
abilità comunicative, con la consapevolezza che proteggere il passato significa
anche raccontarlo agli altri e trasmetterlo al futuro
“Il futuro del passato” –
secondo incontro
Nell’ambito del progetto CPPC, nell’ambito delle attività della
seconda annualità, i proff. Stefano Maggi (Archeologia classica) e Cesare Zizza
(storia greca) dell’Università di Pavia – e responsabili rispettivamente del
CRIDACT (Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Didattica
dell'Archeologia Classica e delle Tecnologie Antiche) e dell’OPAP (Osservatorio
Permanente sull’antico di Pavia) – hanno tenuto una lezione congiunta sul
concetto e sul valore del paesaggio, portatore di ‘segni’ di civiltà antiche, a
circa un centinaio di studenti dell’Istituto Volta.
Attraverso una serie di casi-studio tratti dal mondo greco
e romano, i docenti hanno fornito alcuni elementi chiave per poter ‘leggere’ in
maniera corretta la storia iscritta (e a volte) ‘imbrigliata’ nel paesaggio.
Partendo dal rapporto che i
Greci, prima, e i Romani, poi, hanno instaurato col paesaggio –
addomesticandolo (pur senza deturparlo), monumentalizzandolo e rendendolo
‘segno’ evidente della presenza del divino –, sono state proposte alcune
riflessioni sul mondo moderno e contemporaneo e sul poco valore che spesso si
dà all’ambiente che circonda l’uomo.
La discussione, poi, si è
concentrata sulla speculazione edilizia, sulle ‘costruzioni’ abusive o
sull’assenza di piani regolatori: temi sensibili e fenomeni che, molto spesso,
in caso di calamità naturali, contribuiscono a rendere ancor più gravi i danni
subiti dagli uomini e dalle ‘cose’.
Di qui la
riflessione conclusiva e il senso del discorso in funzione del progetto CPPC:
leggere il passato, guardare il presente, sostenere e progettare il futuro; far apprezzare e conoscere il passato (storico
e archeologico) per proteggerlo e per creare cittadini consapevoli del posto in
cui vivono, che è una eredità di chi ci ha preceduto, ma che è anche un
patrimonio da ‘conservare’ per chi verrà dopo di noi.
Una forma di
protezione di un ‘oggetto’ è la sua conservazione; ma è anche vero che, per
conservare - e proteggere - un ‘oggetto’ in maniera efficace, occorre che si
abbia una conoscenza approfondita
dell’oggetto stesso e del
contesto in cui questo è collocato. Per conoscere un ‘oggetto’ – e, quindi, per
apprezzarlo e per proteggerlo – bisogna prima di tutto essere in grado di ‘guardarlo’: è, dunque,
necessario conoscere le sue fattezze e la sua funzione; in altri termini, per dare un ‘futuro’
al passato occorre ricostruire questo passato e riconoscere i segni della sua
presenza (a volte timida, a volte poco enfatizzata).
Cesare Zizza